Le turbine hanno ricominciato a girare già in primavera. Ma solo ora, con la chiusura della fase di commissioning, il progetto di riqualifica della centrale idroelettrica di Castel Madama, a pochi chilometri dalla capitale, tra Tivoli e Roma, può dirsi definitivamente concluso.
Il revamping dell’impianto, una struttura da 9 MW in esercizio dal 1915 di proprietà della multitutility Acea, è stato affidato nell’aprile 2015, dal main contractor Voith Italia di Cinisello Balsamo all’associazione temporanea d’impresa, costituita da ATB Riva Calzoni e Semat. Le vecchie turbine della centrale, alimentata dal fiume Aniene, sono state sostituite con le nuove fornite dalla stessa Voith.
Nello specifico ATB si è occupata della sostituzione delle parti idromeccaniche, principalmente paratoie e condotte forzate, mentre Semat ha eseguito le opere civili di corredo alla sostituzione delle macchine: fondazioni, supporti e blocchi di ancoraggio.
Il rapporto tra ATB Riva Calzoni e la centrale laziale ha legame centenario: negli archivi storici si conservano ancora i disegni del 1914, quando l’azienda contribuì alla realizzazione dell’impianto idroelettrico. Inoltre, nel 1997, ATB si occupò della riqualificazione di una delle tre condotte di Castel Madama.